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Content shock: il content marketing non sostenibile

Al di là di quello che potrebbe sembrare a prima vista, il content shock non è semplicemente un testo ad effetto. Che colpisce i lettori in maniera inequivocabile. Anzi.
Diciamo che il discorso è un po’ più complesso ed ha a che fare con quella che potremmo definire “economia del content marketing”. Cioè con una questione di domanda/offerta dei contenuti.

Afferrato il concetto? No? Tranquilli. Ci siamo qui noi ad aiutare.
Basta leggere la nostra guida per scoprire tutto quello che c’è da sapere.
MOVE ON!

Cos’è il content shock

content shock

Cominciamo dalle origini.
Il primo a parlare di content shock è stato l’esperto di web marketing Mark Schaefer in un articolo pubblicato nel 2014.
La tesi sostenuta è piuttosto comprensibile e prende spunto dall’osservazione diretta dei dati a disposizione.
Afferma che il web è sovraccarico di contenuti, che gli utenti non hanno tempo o interesse per leggere.
Insomma: le informazioni sono tante… il numero dei lettori sempre lo stesso.
Chiaro come l’acqua.

Questa tendenza all’aumento dei contenuti non è sostenibile perché ogni essere umano ha un limite fisiologico e inviolabile alla quantità di contenuti che può consumare.
Ritengo che, come professionisti del marketing, siamo stati cullati da un falso senso di sicurezza pensando che questa tendenza al consumo continuerà a crescere senza fine.
Semplicemente non è possibile.

Mark Schaefer

Quindi? Qual è la soluzione?
Non c’è scampo. Le aziende che vogliono distinguersi – e hanno bisogno di risultati concreti – devono cambiare strategia. O implementarla.
Vediamo in che modo.

Come superare il content shock

Avrai capito che il content shock è una sorta di soglia critica, che non può essere sottovalutata. Soprattutto da chi si occupa di marketing.
Il brutto è che ormai ci siamo dentro fino al collo.
Ma come dobbiamo comportarci? Qual è la ricetta da seguire per essere più competitivi?
Come attiriamo l’attenzione di utenti bombardati – ogni giorno – da informazioni di ogni tipo e spesso irrilevanti? Inutili?

Il 70% circa dei contenuti di marketing rimane completamente inutilizzato

Dati Riverbedmarketing.com

Suggerimento numero uno: modifichiamo le prospettive.
Finora abbiamo pensato di arginare il problema puntando tutto sul content marketing, ossia sui contenuti di qualità?
Non basta. ABSOLUTELY NOT.
Diciamo che scrivere contenuti ben fatti, originali e pertinenti dovrebbe essere alla base del mestiere.
Abbiamo già parlato in passato di Black Hat Seo e di come lavori Google per valutare la qualità dei testi pubblicati.
Dunque occorre aggiustare il tiro. Muoversi in altre direzioni.
Scopriamo quali sono.

Best practice

Abbiamo studiato il nostro pubblico? Realizzato contenuti interessanti e ottimizzati in chiave SEO?
OK. Allora, siamo pronti per partire.
Ecco come ci opponiamo a competitors sempre più agguerriti.
Cosa aspetti? Leggi i nostri consigli sul content shock!

  • Lavora sull’autorità di dominio del tuo sito web
    Non è un elemento da sottovalutare. Tutt’altro. Si tratta di un aspetto che Google tiene in alta considerazione quando si trova ad indirizzare il traffico di ricerca.
    Come si migliora? Ad esempio, curando la qualità dei backlink e dei collegamenti interni. Ma anche controllando la presenza di contenuti duplicati.
  • Distribuisci i contenuti su più canali
    Il content shock (e siamo tutti d’accordo) ci porta ad investire sulla promozione. Oggi non possiamo limitarci a postare un buon articolo sul nostro sito o blog e aspettare che i visitatori arrivino da soli. Magari sperando nella fortuna. Cerchiamoli.
    Come? Con il social media marketing.

Tra luglio 2019 e luglio 2020, gli utenti social sono aumentati di 376 milioni

Dati contenutidigitali.net
  • Rendi fruibili i contenuti
    Non riguarda solo l’user experience di un sito web. Ricordiamo che il 66% della popolazione mondiale ha un cellulare. Quindi assicuriamoci che i nostri contenuti siamo accessibili e ottimamente visualizzabili anche da dispositivo mobile.
  • Affidati agli influencer
    Sono ottimi partner se scelti con intelligenza. Aiutano nella creazione di contenuti mirati. Ma soprattutto a far crescere il numero dei lettori. E a favorire il passaparola e la condivisione social.
  • Utilizza le newsletter
    Ci permettono di comunicare con i nostri iscritti in maniera diretta e coinvolgente. Basta farlo nel modo giusto.

P.S.
Tieni sempre a mente due regole fondamentali del marketing digitale. Cioè: non esagerare mai con il numero dei contenuti e individua le tue buyer personas.
Non sparare nel mucchio!

Esempi content shock

esempi content shock

In pratica, dobbiamo sforzarci di vedere il content shock come una strategia ad ampio raggio.
Anche alla luce di quanto detto finora.
C’è, ad esempio, chi scommette sul visual storytelling e chi sul cosiddetto shock advertising (sono campagne pubblicitarie che utilizzano contenuti controversi o disturbanti).

A volte un approccio shock al contenuto può attirare l’attenzione e scaturire la reazione. Lo shock può essere ottenuto in molti modi, inclusi titoli intelligenti, immagini stimolanti e – naturalmente – opinioni controverse.

Bernie Borges

L’importante è scegliere formule azzeccate per le proprie esigenze. Non improvvisare.
Poi, se non vogliamo correre il rischio di sbagliare: rivolgiamoci ad un’agenzia di web marketing specializzata.

Quali sono i pro e i contro del content shock

Che esista una vera saturazione dei contenuti online è evidente. Ed è un fatto naturale pensare al content shock come ad un ostacolo da scavalcare.
Ma andiamo ai dettagli.
Cosa comporta, a livello pratico, per le aziende che lavorano con il web?
Purtroppo il content shock può:

  • condizionare negativamente il tasso di engagement degli utenti;
  • diminuire la copertura organica delle pagine social;
  • stancare gli internauti e condurli ad un allontanamento progressivo dal marchio/brand.

Non demoralizziamoci. Non tutto il male viene per nuocere. Il content shock deve essere visto anche come occasione di rinnovo e spinta creativa verso il futuro.
Un ultimo consiglio.
Se conosci l’inglese dai un’occhiata alle pagine del volume The Content Code di Mark Schaefer.
Trovi tanti spunti utili per la tua strategia!

Conclusioni

Il nostro viaggio-guida sul content shock giunge al termine. L’obiettivo che ci siamo posti nella sua stesura è stato quello di introdurti all’argomento.
Rendere il tuo lavoro online più consapevole e anche aggiornato sui cambiamenti che coinvolgono quotidianamente il mondo del marketing digitale.
Ci siamo riusciti? Rispondi pure lasciando un commento.

Se – invece – hai domande o dubbi da risolvere ci siamo noi.
La grande squadra di Octotech Solutions è a tua completa disposizione!


Author

Valentina

Confucio diceva “scegli il lavoro che ami e non lavorerai un solo giorno nella vita”. Beh, io sono una dei fortunati. Da circa dieci anni mi occupo di contenuti per il web e ho anche aperto un conto in banca. Da piccola - erano gli anni ’90 - mi regalavano macchine da scrivere giocattolo, penne e quaderni. Poi sono diventata teledipendente, cinema addicted e nazigrammar (scherzo!). Ho aggiunto una Laurea in Lettere e una Olivetti Lettera 22 da mettere sulla scrivania vicino al computer. Non mi sono fatta mancare la famosa esperienza all’estero. Ho vissuto un paio di anni in Inghilterra per capire che il pomeriggio non è mai troppo azzurro (e lungo) per me. Quindi sono tornata a casa come Lessie, ma mi piacciono i gatti. Ora faccio parte del team Octotech Solutions e inizio ogni giorno a suon di caffè, PC e TG regionale.

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