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Micro-copy: cos’è e in cosa consiste

Ogni contenuto scritto ha la sua importanza. Anche quello più breve. Ed è il motivo per cui in questo articolo parleremo proprio di micro-copy.
Cioè di quanto, come e perché i piccoli testi possano influenzare il successo di un qualunque sito web o canale social. In particolare, condizionando la cosiddetta user experience. L’esperienza degli utenti.

Trovi l’argomento utile? Di tuo interesse? Ottimo.
Per fortuna ci siamo qui noi. Ad aiutarti a capire tutti i segreti del mestiere.
Basta stare attenti e raccogliere appunti!

Definizione di microcopy

microcopy

Come avrai già intuito dall’introduzione il termine descrive testi brevi.
Ma possiamo spiegare ancora meglio.
Si riferisce a parole o frasi appositamente collocate all’interno dell’interfaccia utente con lo scopo di semplificare e agevolarne al massimo la navigazione.

Per intenderci, frasi come “Iscriviti alla newsletter”, “Verifica la disponibilità”, “Crea un nuovo account” e “Pagina non trovata”… sono tutti esempi di microtesti.
In pratica, li troviamo ovunque. Solo che non conoscevamo il loro nome!

Perché i microtesti sono importanti

Joshua Porter — l’ideatore del concetto di micro-copy — nel 2009 divulga una considerazione più che significativa.
A partire dallo studio di un e-commerce scopre, infatti, che il 5-10% delle transazioni fallimentari del progetto era da ricollegare ad errori di indirizzo di fatturazione.
Il rimedio?
Niente di particolarmente difficile o costoso. È stato sufficiente affiancare una raccomandazione utile (assicurati di inserire l’indirizzo associato alla tua carta di credito) per far tornare conti ed entrate.

Quindi – alla luce di quanto appena raccontato – a cosa serve il microcopy?
Riassumendo per:

  • fornire informazioni all’utente;
  • convincerlo all’azione;
  • assecondarne le aspettative;
  • rendere la navigazione piacevole e interessante;
  • stimolare le interazioni;
  • migliorare l’ottimizzazione SEO.

Non lasciarti ingannare dalle dimensioni del micro-copy. La sua forza può migliorare o distruggere un’interfaccia.

Joshua Porter

Ok. Ci sembra di aver dato motivazioni di un certo peso. Ti abbiamo convinto ad investire sui microtesti? A non trascurarli?
Sì? Ottimo. Allora non ci resta che passare alla pratica.
Si comincia.

Quali sono le principali categorie di micro-copy

Dunque, è vero che (fondamentalmente) sono microcopy tutti i piccoli testi che troviamo online.
Ma possiamo fare un passo in più verso la comprensione e conseguente usabilità.
Come? Suddividendoli per tipologie. In base alle funzioni ricoperte.
Ecco le più comuni.

  • Istruzioni
    Spiegano all’utente cosa deve fare; come procedere per iniziare o completare un’azione.
  • Messaggi di conferma
    Operano principalmente su due fronti. Ovvero: rassicurano con dei feedback positivi la correttezza di quanto compiuto dall’utente o del sistema generale.
  • Segnalazione di errore
    Precisiamo che sono microtesti anche i classici messaggi error 404 – page non found.
  • Bottoni e form labels
    Sono importantissimi perché devono garantire l’esatta corrispondenza tra elemento grafico e azione dell’utente. Insomma, se si sta compilando un form con i propri dati personali bisogna sapere dove inserirli. Il microtesto entra in campo proprio per fornire indicazioni al riguardo.

E non finisce mica qui. Sono considerati microcopy anche: le voci di un menù, le caselle di spunta, i dettagli di una scheda prodotto, call to action, oggetti di una mail o di una newsletter, titoli, sottotitoli e via dicendo.

Suggerimenti per un microtesto vincente

come scrivere microcopy

Partiamo da un dato.
Secondo un vecchio – e sempre valido – studio promosso da Nielsen Norman Group, il 79% degli utenti online non legge in maniera approfondita. Ma si limita a scansionare velocemente i contenuti disponibili per individuare subito la parte interessata.

Quindi cosa si può dedurre? Come dovrebbe essere un buon micro-copy?
Te lo diciamo appena sotto.

  1. Comprensibile, diretto = Insomma, il suo scopo primario è quella di trasmettere un messaggio specifico a chi legge.
    Per guidarlo in un processo di customer journey che risulti chiaro ed efficace. Anche per questo, contiene necessariamente parole chiave. Keyword capaci di centrare il mirino in un attimo.
  2. Sintetico = Ribadiamolo: un microcopy è per costituzione e natura BREVE. Talvolta brevissimo.
    Basta ricordarsi di un paio di aspetti fondamentali prima di scrivere. Cioè, che le parole importanti vanno inserite all’inizio della frase e che conviene evitare l’utilizzo di tecnicismi vari, paroloni e forme passive. Non complichiamo la vita del lettore.
  3. Coerente al tono of voice del brand = Ne va della credibilità del marchio e serve a stabilire un rapporto sano, duraturo e produttivo con il pubblico di riferimento. Il cosiddetto target.
  4. Corredato di elementi grafici adeguati = Il design non è semplicemente una questione di estetica. Di piacere. È essenziale per catturare l’attenzione dell’utente e – in certi casi – risolve obiettivi di pura funzionalità pratica.
  5. Originale = Nel mondo digital l’originalità paga sempre (o quasi). Specialmente oggi con un numero di competitors sempre più numerosi e agguerriti. Quindi via libera alla creatività. Magari supportata da A/B test di prova.

Infine, controlliamo con cura dove posizioniamo i nostri microtesti. Vanno collocati dove gli utenti hanno bisogno di ricevere informazioni. Né un po’ sotto né un po’ sopra. Ma nel posto giusto.
Come dicono gli inglesi YOU NEED TO BE CAREFUL.
Il caso… lasciamolo a casa.

Pro e contro dei microtesti

Ti stai chiedendo se ci sono controindicazioni? Tranquilli. Non ci sono dubbi. NO. Anche perché è impossibile farne a meno.
A condizione – però – che si lavori bene. In linea con quanto illustrato finora.

Il rischio è quello di perdere conversioni utili e difficilmente recuperabili. Almeno sul breve periodo.
Per scongiurare imprevisti suggeriamo – infatti – di affidarsi ad un UX Writer professionista.
Che cos’è? Una figura competente e preparata proprio sulla creazione di microtesti.

Conclusioni

Quanto contano i piccoli testi nel digital marketing? Beh, ora sei in grado di rispondere.
Quando ci occupiamo dei nostri contenuti online pensiamo al body text. Ma senza trascurare i testi più brevi.
Desideri saperne di più? Approfondire la lezione? NO PROBLEM. Abbiamo anche qualche lettura utile da consigliarti.
Ad esempio:

Per altre informazioni o maggiori dettagli ci siamo noi di Octotech Solutions.
Siamo a tua completa disposizione!

Author

Valentina

Confucio diceva “scegli il lavoro che ami e non lavorerai un solo giorno nella vita”. Beh, io sono una dei fortunati. Da circa dieci anni mi occupo di contenuti per il web e ho anche aperto un conto in banca. Da piccola - erano gli anni ’90 - mi regalavano macchine da scrivere giocattolo, penne e quaderni. Poi sono diventata teledipendente, cinema addicted e nazigrammar (scherzo!). Ho aggiunto una Laurea in Lettere e una Olivetti Lettera 22 da mettere sulla scrivania vicino al computer. Non mi sono fatta mancare la famosa esperienza all’estero. Ho vissuto un paio di anni in Inghilterra per capire che il pomeriggio non è mai troppo azzurro (e lungo) per me. Quindi sono tornata a casa come Lessie, ma mi piacciono i gatti. Ora faccio parte del team Octotech Solutions e inizio ogni giorno a suon di caffè, PC e TG regionale.

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