SEO sta per Search Engine Optimization. In italiano “ottimizzazione per i motori di ricerca”.
L’espressione descrive una disciplina specifica del digital marketing. Quella che si occupa di migliorare la posizione e la visibilità di un sito web nella SERP. Cioè nei risultati organici (non a pagamento) dei motori di ricerca.
Vuoi saperne di più? Leggi la nostra guida.
Ti spiegheremo che cos’è la SEO, come funziona e come utilizzarla per portare traffico alle tue pagine.
Cosa aspetti? Che il viaggio abbia inizio!
Che cos’è la SEO
Abbiamo già spiegato l’acronimo. Ma cosa vuol dire fare davvero Search Engine Optimization?
Niente di troppo complicato. Almeno a livello teorico.
Si tratta di utilizzare le varie strategie e tecniche disponibili per portare le pagine del nostro sito Internet ai primi posti dei motori di ricerca.
Specifichiamo subito che Google non è l’unico search engine al mondo (ci sono anche Bing, Baidu, Yahoo! Search, eccetera eccetera). Però, è sicuramente quello più utilizzato.
Dunque, in questo articolo parleremo – soprattutto – di come bisogna agire per conquistare la SERP di Mr. G.
Che non se vogliano a male gli altri motori di ricerca!
Glossario SEO
Non possiamo affrontare l’argomento Search Engine Optimization senza conoscere le parole base.
Si rischia di leggere tutto fino in fondo per realizzare (soltanto alla fine) di non aver compreso una benemerita “H”.
Ecco, allora, qualche termine da segnare sul taccuino degli appunti.
- Motore di ricerca = è un software progettato per cercare informazioni in Rete.
- Query = è richiesta effettuata da un utente all’interno di un motore di ricerca.
- Keywords = sono le parole di ricerca. Cioè quelle che compongono la query.
- URL = Uniform Research Locator. Corrisponde a quello che comunemente chiamiamo indirizzo web. Cioè la sequenza di caratteri che identifica in maniera univoca l’indirizzo di una risorsa web.
- Algoritmo Google = è un sistema complesso di valutazione e calcolo che permette al motore di ricerca di recuperare dati dall’Indice e restituire informazioni pertinenti all’interrogazione dell’utente.
Tutto chiaro finora?
Siamo contenti perché ne troverai altre voci interessanti nel corso della lettura. Tieni la penna a portata di mano.
SEM e SEA
Un’altra puntualizzazione da fare è questa: SEM e SEA non sono la stessa cosa. E, soprattutto, non vanno usati come sinonimi della Search Engine Optimization.
Ma andiamo dritti al punto. Cosa descrivono le due sigle? Ecco la risposta:
- SEM (Search Engine Marketing) = rappresenta la branca del web marketing che ha come obiettivo quello di aumentare il traffico qualificato di un sito web mediante l’uso di diverse strategie incluse SEO e SEA.
- SEA (Search Engine Advertising) = indica la realizzazione di annunci a pagamento (di tipo Pay per Click) posizionati su motori di ricerca e siti partner.
Un’ ultima precisazione. Per mettere in piedi una campagna SEA su Google bisogna ricorrere alla piattaforma pubblicitaria Google Ads (ex Google Adwords).
Gli annunci sono visualizzabili nelle prime 3-4 posizioni sopra ai risultati organici oppure nella colonna a destra.
Come funziona un motore di ricerca
Prima di illustrare quali sono le attività della Search Engine Optimization è fondamentale capire una cosa. Cioè come ragionano i motori di ricerca quando un utente trascrive una domanda.
Per comodità esplicativa possiamo dividere l’intero processo in tre step:
- SCANSIONE o CRAWLING
Attraverso uno spider (detto anche software bot o crawler) il motore di ricerca scandaglia la Rete per acquisire nuovi contenuti. Lo fa partendo da una lista di URL noti a cui aggiunge, progressivamente, quelli suggeriti dai collegamenti ipertestuali trovati. - INDICIZZAZIONE o INDEXING
Durante la scansione i dati analizzati vengono archiviati e catalogati nel database del motore di ricerca stesso. - POSIZIONAMENTO o RANKING
L’utente fa una richiesta al motore di ricerca e questo – mediante il lavoro dell’algoritmo – restituisce una risposta. Quella che in gergo si chiama SERP. Ovvero la pagina dei risultati derivati da una determinata parola chiave (e che corrisponde alla query dell’utente).
Per capire quanto è importante riuscire a posizionare il proprio sito in cima alla SERP restituiamo un dato. I primi tre posti dei risultati Google raccolgono da soli il 60% di tutti i click effettuati.
Bene. È nell’ultima fase che si inserisce la SEO. Come abbiamo già detto il suo obiettivo è quello di influenzare il posizionamento di una pagina web all’interno della pagina dei risultati. E ora non è difficile capirne la motivazione.
Ma come si fa?
Lo scopriamo nel prossimo paragrafo.
Quali sono le attività SEO
L’ottimizzazione di un sito web in chiave SEO richiede molto impegno e professionalità. Perché le operazioni da compiere sono disparate. Insomma non è, come si potrebbe pensare, solo una questione di parole chiave.
Diciamo che – in linea generale – si distinguono due macro-aree di intervento.
- ON-PAGE riguarda l’ottimizzazione delle parti interne di una pagina web (contenuti, tag title, meta tag, immagini, eccetera). Spesso il termine viene impiegato come sinonimo di ON-SITE. In realtà quest’ultimo è legato agli aspetti più tecnici di un sito quale – ad esempio – il miglioramento delle prestazioni del server.
- OFF-PAGE fa riferimento alle azioni SEO esterne al sito. Si identifica, specialmente, con la link building. Cioè con tutte quelle attività che servono ad implementare il numero di link in ingresso a un sito web.
Ricordiamo che i fattori presi in carico dagli algoritmi Google per posizionare un sito web nella SERP sono oltre 200.
Noi esporremo almeno i principali.
L’importanza delle parole… chiave per la SEO
Dobbiamo riservare un capitolo a parte della nostra guida alla scelta delle famose parole chiave.
Difatti, per i SEO specialist la keyword research rappresenta il punto di partenza dell’intero processo di ottimizzazione.
Ma come si procede?
Quello che si cerca di fare, in primis, è individuare le query. O meglio ancora gli intenti di ricerca.
Esistono diversi strumenti che ci aiutano allo scopo. Come Google Trends, Ubersuggest o Answer The Public.
In pratica, si tratta di capire – attraverso le statistiche – quali sono i termini più adoperati per le ricerche online. E con quale frequenza vengono utilizzate.
Attenzione. Occorre tener presente che le parole chiave possono essere corte (max. 3 parole) o lunghe (più di 3). Le prime mostrano un elevato volume di ricerca ma maggiore competizione.
Invece, chi sceglie di posizionarsi con le long tail keyword ha di fronte a sé l’occasione di raggiungere un pubblico targettizzato. E di conseguenza anche più facilmente convertibile
Le opzioni vanno ponderate con lungimiranza.
Vuoi sapere di più a proposito della keyword research? Ecco il nostro manuale su cui scoprire ogni dettaglio!
Come funziona l’ottimizzazione on-page
L’ottimizzazione SEO di tipo on-page è un lavoro complesso. Si interessa di elementi del testo, di HTML e dell’architettura stessa del sito.
Vediamo insieme quali sono le attività da cui è impossibile prescindere. A maggior ragione se si cercano risultati efficaci.
- Qualità dei contenuti
Secondo Bill Gates “Content is king”. E la frase non è frutto del caso.
Difatti, un buon contenuto equivale a un buon posizionamento sulla SERP. Naturalmente, per essere considerato come tale deve detenere caratteristiche precise.
Un contenuto di qualità: contiene informazioni affidabili, è ben scritto (privo di errori grammaticali e ortografici), originale, aggiornato e pertinente alle richieste espresse dall’utente. - Ricerca parole chiave
Abbiamo già affrontato questa parte del discorso. Ribadiamo però la sua estrema centralità. Un contenuto ad hoc è scritto a partire dalle giuste keyword. - URL
Un URL ottimizzato è chiaro, semplice e diretto. Solitamente contiene la parola chiave per cui la pagina vuole essere posizionata. Non presenta caratteri speciali, stop words e spazi. - Tag title
Corrisponde al titolo della pagina. Include la keyword principale dell’argomento trattato e cerca di invogliare alla lettura senza scadere nel fenomeno clickbait. - Meta tag description
Permette di selezionare quale parte del testo apparirà nella SERP. In pratica, è l’anteprima della pagina. Talvolta include anche una call to action. - Marcatori titolo
Sono i famosi H1, H2 e H3. Risultano funzionali alla suddivisione del testo in paragrafi. - Link interni ed esterni
Accrescono enormemente il valore del contenuto proposto. Specialmente se i link esterni provengono da fonti autorevoli. - Immagini
Devono essere leggere e facilmente caricabili. L’attributo alt serve a spiegarne il contenuto al motore di ricerca.
Ovviamente l’ottimizzazione on-site riguarda tanti altri aspetti. Tra cui la velocità del sito e l’aggiornamento continuo della sitemap responsabile della catalogazione gerarchica delle pagine contenute.
Per maggiori informazioni consigliamo di dare un’occhiata alla guida di Google.
Sulla off-page
Non è un segreto. Anzi. Tutti sanno quanto incida sulla classifica di Google il numero di collegamenti che puntano ad un sito. D’altronde, come abbiamo precedentemente accennato, la link building può essere considerata la spina dorsale dell’ottimizzazione SEO off-page.
Ma diamo qualche notizia in più.
Nella seconda metà degli anni ’90 i fondatori di Google Larry Page e Sergej Brin concepiscono il noto algoritmo PageRank.
In cosa consiste? Come funziona?
Google assegna ad ogni pagina web un punteggio che va da 0 a 10 facendo riferimento al suo livello di popolarità.
Per giungere al voto definitivo valuta sia il numero che la qualità dei collegamenti in entrata (i cosiddetti backlink).
Ora una domanda sorge spontanea. Come facciamo ad inserire nuovi collegamenti?
Il modo migliore per incoraggiare l’inserimento in altri siti di link di qualità e pertinenti al tuo è creare contenuti univoci e peculiari, in grado di acquisire naturalmente popolarità nella community di Google. La creazione di contenuti validi paga: i link sono solitamente voti redazionali dati per scelta e maggiore è l’utilità dei tuoi contenuti, maggiori saranno le probabilità che un altro utente li ritenga validi per i propri lettori e inserisca un link ad essi.
Google Search Central
Insomma, Google lo dice chiaramente. Si comincia dalla scrittura di contenuti di valore.
Ma si può fare link building anche prendendo altre strade.
Ad esempio, con il GUEST BLOGGING che consiste nel trovare blog o siti che vogliano ospitare i nostri articoli.
Oppure? Chi ha tempo lo spende bene lasciando commenti e recensioni corredati di link in giro per la Rete.
Ovviamente, pure spingere la condivisione social ha il suo bel peso.
A proposito di Black Hat SEO
Anche la Search Engine Optimization ha il suo lato oscuro.
Infatti, sempre più spesso si sente parlare di Black Hat SEO. Espressione è riferita a quelle che vengono giudicate come cattive tecniche di ottimizzazione.
Si tratta di tattiche altamente manipolative che hanno un unico obiettivo. Forzare il ranking di un sito.
Ovviamente, dall’altro lato della medaglia troviamo le normali strategie di ottimizzazione (ufficialmente riconosciute dai motori di ricerca) che vanno sotto la denominazione di White Hat SEO.
Ma quali sono queste tecniche illecite? Malsane?
Tra le forme più diffuse di Black SEO abbiamo sicuramente il cosiddetto keyword stuffing. Cioè, l’uso spropositato e anomalo di parole chiave in un testo con la speranza di ottenere maggiore visibilità.
È cattiva SEO anche l’acquisto di link a pagamento e la realizzazione di pagine doorway (o gateway), finte pagine prive di contenuti reali create solo per l’indicizzazione.
In questi, e in altri casi simili, Google reagisce con severità. I siti web che utilizzano pratiche sconvenienti o disoneste vengono puniti con sanzioni pesanti. Possono essere declassificati nella SERP o addirittura essere eliminato dall’Indice.
Dunque, attenzione a non fare i furbetti.
Vuoi approfondire l’argomento? Segui la nostra guida dettagliata per saperne di più!
Gli algoritmi Google
Quando Googlebot (lo spider di Google) scansiona la Rete per cercare contenuti da inserire nell’Indice, i suoi algoritmi valutano come archiviarli e posizionarli rispetto alle eventuali query.
Ovviamente si tratta di formule matematiche complesse. Così complesse che, oggi come oggi, riescono ad aggiornarsi in autonomia. Con il machine learning.
Ma vediamo quali sono i più importanti algoritmi SEO.
- Panda (2011) = minimizza il posizionamento dei siti di scarsa qualità e destina ai primi posti della SERP quelli con contenuti rilevanti;
- Penguin (2012) = penalizza le pagina web che fanno uso di link building innaturale (collegamenti spam o irrilevanti per l’argomento trattato…);
- Hummingbird (2013) = cerca di comprendere al massimo la query dell’utente per restituire i migliori risultati possibili. L’analisi si rivolge anche alle ricerche vocali da dispositivo mobile.
Ce ne sarebbero tantissimi altri ancora da menzionare. Al momento chiudiamo con BERT (2019). Il recente update di Google permette di affinare ulteriormente la comprensione della query. Fino ad intuire la relazione tra parole e persino il tono di voce.
Local SEO e Social Search
Google è sempre al passo coi tempi e l’innovazione tecnologica.
Ma come ha reagito all’evoluzione digitale?
Un’evoluzione che è andata – soprattutto – verso l’uso massivo ed esponenziale dei dispositivi mobili e dei social network? Semplice. Offrendo più servizi.
A tale riguardo ci sembra giusto citare:
- Google My Business
È possibile attivare un profilo gratuito della propria attività per farsi trovare più facilmente dai potenziali clienti sfruttando la Rete di Ricerca Google e Google Maps. È logico che avere una scheda ben ottimizzata in chiave SEO fa la differenza. - Google Social Search
Si tratta di una versione di Google che si rivolge agli utenti social. Qual è la caratteristica principale? Che include nei risultati di ricerca anche contenuti provenienti da piattaforme come Quora, Twitter e Flickr.
Come puoi vedere la Search Engine Optimization è una materia ricca di sorprese.
L’importante è tenersi informati e non smettere mai di studiare.
Quali sono gli strumenti utili
Ci sono numerosissimi tool a disposizione. Strumenti gratuiti o a pagamento dedicati ai diversi aspetti della Search Engine Optimization.
Buoni per effettuare la ricerca di parole chiave e verificare la velocità di caricamento. Magari per analizzare il traffico o la presenza di eventuali link rotti, contenuti duplicati e via dicendo.
Qualcuno l’abbiamo già segnalato. Ma ci teniamo ad implementare la lista per dare una più completa visione d’insieme.
Dunque, eccone altri da provare:
Ti abbiamo regalato un piccolo assaggio di quello che rappresenta un mondo tutto da scoprire.
Comunque, prima di scegliere, suggeriamo sempre di controllare le recensioni degli utenti.
La SEO su WordPress
Partiamo con un numero.
Il 40% circa di tutti i siti Internet sono costruiti con piattaforma WordPress. Per quale ragione? Perché è un CMS open source e il suo utilizzo è davvero facile ed intuitivo.
Ma c’è un altro elemento che merita di essere ricordato.
Si tratta di una piattaforma SEO-friendly. Presenta numerose funzionalità e caratteristiche che possono essere impiegate al meglio anche dai meno capaci.
Inoltre, dobbiamo aprire il capitolo plugin. WP ne conta migliaia e una grossa fetta di questi riguardano la SEO.
Quali i sono più popolari?
Sicuramente: Yoast SEO, SEOPress, Rank Math e All In One.
Una volta testata l’efficacia non tornerai più indietro. Parola di scout.
Formazione
Diciamo subito che non esiste un corso universitario per diventare SEO specialist.
C’è chi inizia direttamente con la pratica. Facendo gavetta ed esperienza all’interno di una web agency. Chi preferisce seguire la via dell’autodidattica.
D’altro canto, basta curiosare in Rete per scoprire tanti corsi online sulla SEO. Di vari costi e durata.
Ce ne sono di gratuiti anche su YouTube.
Se ami leggere suggeriamo di dare un’occhiata ai testi:
- SEO & Journalism – Strategie e tecniche di comunicazione per aumentare la visibilità dei contenuti online di Salvatore Russo e Giulia Bezzi.
- SEO Google – La guida alla nuova SEO di Francesco De Nobili.
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Conclusioni
Questa mini-lezione sul mondo dell’ottimizzazione SEO e sul SEO marketing sta per giungere al termine.
Speriamo di averti regalato spunti interessanti, da cui partire per dare sprint e visibilità alla tua attività online.
Continua a seguire il nostro blog per tips, approfondimenti e novità da non perdere.
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